sabato 31 ottobre 2015

Edizioni in italiano delle opere di Neruda

  • Si desti il taglialegna, Roma, Rinascita, 1951.
  • Poesie, Torino, Einaudi, 1952; Firenze, Sansoni, 1962.
  • Canto generaleLa lampada sulla terra, Parma, Guanda, 1955.
  • Cento sonetti d'amore, Milano, Nuova Accademia, 1960.
  • Pablo Neruda, Milano, Nuova Accademia, 1960.
  • Pagine d'autunno, Milano, Nuova Accademia, 1961.
  • Storia di acque, di boschi, di popoli, Milano, Nuova Accademia, 1961.
  • 20 poesie d'amore e una canzone disperata, Milano, Nuova Accademia, 1962.
  • Tutte le opere di Neruda
I, Stravagario, Milano, Nuova Accademia, 1963.
II, Poesia d'amore, Milano, Nuova Accademia, 1963.
III, Memoriale di Isla Negra, Milano, Nuova Accademia, 1965.
  • Sommario. Libro dove nasce la pioggia, Alpignano, Stamperia A. Tallone, 1963.
  • I versi del capitano, Milano, Nuova Accademia, 1963.
  • Antologia poetica, Milano, Mursia, 1968.
  • CrepuscolarioVenti poesie d'amore e una canzone disperataTentativo dell'uomo infinitoL'abitante e la sua speranzaAnelliIl fromboliere entusiasta, Firenze-Milano, Sansoni-Nuova Accademia, 1969.
  • Tre residenze sulla terra, Milano, Sansoni-Accademia, 1969.
  • Splendore e morte di Joaquin Murieta. Bandito cileno giustiziato in California il 23 luglio 1853, Torino, Einaudi, 1970.
  • Fine del mondo, Milano, Accademia, 1972.
  • Un poeta nella strada, L'Aquila, Japadre, 1972.
  • Elegia dell'assenza, Roma, Editori Riuniti, 1973.
  • Incitamento al nixonicidio e elogio della rivoluzione cilena, Roma, Editori Riuniti, 1973.
  • 2000, Firenze, Passigli, 1974.
  • Confesso che ho vissuto, Milano, SugarCo, 1974.
  • Le opere. Poesia, Torino, UTET, 1974.

Errori di attribuzione

« Muore lentamente chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. »
Questo è il primo verso di una poesia dal titolo ¿Quién muere? diffusasi via posta elettronica ed erroneamente attribuita a Pablo Neruda, come confermano la Fundación Pablo Neruda e Stefano Passigli, presidente della Passigli Editori, editore delle opere di Neruda in Italia: «Chi conosce la sua poesia si accorge all'istante che quei versi banali e vagamente new-age non possono certo essere opera di uno dei più grandi poeti del Novecento». La poesia, il cui vero titolo è A Morte Devagar, appartiene in realtà alla scrittrice e poetessa brasiliana Martha Medeiros, ed è stata pubblicata il 1º novembre 2000 sul quotidiano Zero Hora di Porto Alegre in Brasile.[31]
  • È proibito
« È proibito piangere senza imparare, svegliarti la mattina senza sapere che fare avere paura dei tuoi ricordi. »
Molto simile al primo, è caratterizzato anch'esso dall'uso della stessa figura retorica, l'anafora, anche questo poemetto si è diffuso attraverso la posta elettronica e i social network ed è stato erroneamente attribuito a Pablo Neruda. In realtà la paternità dell'opera, il cui titolo originale è "Queda Prohibido", appartiene ad Alfredo Cuervo Barrero. Il poema è iscritto nel Registro delle Proprietà Intellettuali di Biscaglia, a nome dello stesso autore, con numero di iscrizione BI -13- 03.

film

postume

Pubblicate in vita

Crepuscolario, Santiago, Ediciones Claridad, 1923; edizione definitiva, Santiago, Nascimento 1924
Veinte poemas de amor y una canciòn desesperada, Santiago, Nascimento 1924; versione definitiva Santiago, Nascimento, 1932.
Tentativa del hombre infinito, Santiago, Nascimento, 1933.
El habitante y su esperanza, Santiago, Nascimento, 1926, prosa.
Anillos, Santiago, Nascimento, 1926, prosa, in collaborazione con il suo amico scrittore Tomás Lago.
El hondero entusiasta, Santiago, Empresa Letras, 1933.
Residencia en la tierra (1925-1931), Santiago, Nascimento 1933.
Residencia en la tierra (1925-1935), Spagna, Madrid, Cruz y Raya, 1935, 2 volumi.
España en el corazòn, Santiago, Ercilla, 1937
Las furias y las penas, Santiago, Nascimento, 1939
Tercera residencia (1935-1945), Argentina, Buenos Aires, Losada 1947; per la sezione IV, España en el corazòn, vedi sopra
Alturas de Macchu Picchu. Santiago, Ediciones de Libreria Neira, 1947.
Canto general, Messico, Talleres Gráficos de la Nación, 1950.
Los versos del capitán, Italia, Napoli, Arte Tipografica, 1952.
Todo el amor, Santiago, Nascimento, 1953
Las uvas y el viento, Santiago, Nascimento, 1954.
Odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1954.
Viajes, Santiago, Nascimento, 1955
Nuevas odas elementales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1956.
Tercer libro de las odas, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1957.
Estravagario, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1958.
Navegaciones y regresos, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1959.
Cien sonetos de amor, Santiago, Ed. Universitaria, 1959.
Canción de gesta, Cuba, La Habana, Imprenta Nacional de Cuba, 1960.
Las piedras de Chile, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
Cantos cerimoniales, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1961.
Plenos poderes, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1962.
Sumario. Libro donde nace la lluvia, Italia, Alpignano, Tallone, 1963.
Memorial de Isla Negra, Argentina, Buenos Aires, Losada 1964, 5 volumi, il primo costituito dall'opera precedente.
Arte de pájaros, Santiago, Ediciones Sociedad de Amigos del Arte contemporáneo, 1966, illustrato.
Una casa en la arena, Spagna, Barcellona, Lumen, 1966
Fulgor y muerte de Joaquín Murieta, Santiago, Zig-Zag, 1967, opera teatrale
La barcarola, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1967.
La manos del día, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1968.
Comiendo en Hungría, Spagna, Barcellona, Lumen, 1968
La copa de sangre, Italia, Alpignano, Tallone, 1969
Aún, Santiago, Nascimento, 1969.
Fin de mundo, Santiago, Edición de la Sociedad de Arte Contemporáneo, 1969.
Maremoto, Santiago, Sociedad de Arte Contemporáneo, 1970
La espada encendida, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
Las piedras del cielo, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1970.
Geografía infructuosa, Argentina, Buenos Aires, Losada, 1972.
La rosa separada, Francia, Parigi, Éditions du dragón, 1972.
Incitación al nixonicidio y alabanza de la revolución chilena, Santiago, Empresa Editora Nacional Quimantú, 1973.

Raccolte di poesie

  • 1923 Crepusculario
  • 1924 Veinte poemas de amor y una canción desesperada
  • 1933 Residencia en la tierra
  • 1937 España en el corazón (stampato nel '35, in piena guerra civile, dai soldati repubblicani, con carta da loro stessi prodotta, edizioni Ejercito del Este)
  • 1950 Canto general
  • 1953 Los Versos del Capitán
  • 1954 U cas y el Viento
  • 1960 Las piedras de Chile
  • 1964 Memorial de Isla Negra
  • 1970 Las piedras del cielo
  • 1973 Confieso que he vivido (Autobiografia)

Poetica

« Amo l'amore che si suddivide / in baci, letto e pane. / Amore che può essere eterno / e può esser fugace. / Amore che vuol liberarsi / per tornare ad amare. »
(Farewell, in Crepuscolario)
La poetica di Neruda spazia dal realismo al surrealismo, dalla lirica intimista a quella civile e politica. Tra i suoi principali ispiratori e modelli vi sono Francisco de QuevedoWalt Whitman (da lui spesso citato direttamente, come il suo maestro e la sua guida morale e artistica) eArthur Rimbaud, come rilevato dal critico Leo Spitzer.[29] Secondo Neruda, la poesia è un atto di pace e amore, ma egli è costretto dalle circostanze a combattere chi questa pace vuole distruggere, come nei versi diretti contro i dittatori, il neocolonialismo e l'imperialismo statunitensi (emblematici sono il Canto general e Incitamento al nixonicidio e celebrazione della rivoluzione cilena), in cui la rabbia del poeta verso chi rovina la purezza della vita viene palesata; la sua ispirazione più profonda però non viene mai messa in ombra:
« La poesia è sempre un atto di pace. Il poeta nasce dalla pace come il pane nasce dalla farina. »
(da Confesso che ho vissuto)
Egli esprime un concetto romantico e drammatico della vita, amante delle piccole cose e della sua terra e in rivolta con le convenzioni, l'ordine costituito e le banalità della vita moderna.[30] Il tema dell'amore per la vita si accompagna all'indagine sulla morte e sull'esistenza, alla ricerca di una libertà assoluta e quindi al disprezzo per i tiranni e per il potere (in questo senso va intesa anche la sua sentimentale adesione alle idee comuniste, senza dogmatismo e sempre pronta e mettersi in discussione).[30]
Per quanto riguarda la forme e la metrica, Neruda predilige le forme semplici, come il verso libero, molto attento al linguaggio, estrememamente ricco e potente, palpitante di emozioni vitali. Egli vuole anche essere una voce epica per la celebrazione della storia e del popolo dell'America latina, di cui reinventa anche i miti e le leggende, utilizzandole come sfondo alla sua critica del presente; ma l'argomento principale della sua poesia resta certamente l'amore: verso l'esistenza, verso la donna amata, verso il suo Paese, l'umanità, la natura, le piante, il cibo e gli animali (si veda Alture di Machu Picchu e le varie Odi elementariOde al gattoOde al pomodoroOde al carciofo, ecc.), tutto ciò che suscita un sentimento di connessione e felicità nel poeta.[30]

Il mistero della sua morte

La salma di Neruda è stata riesumata dopo 40 anni dalla morte (all'inizio la Fondazione Neruda si oppose), l'8 aprile 2013 con l'obiettivo di chiarire il mistero sulla sua morte, cioè se è avvenuta per cause naturali o se si sia trattato di un omicidio. Lo ha disposto il Giudice cileno Mario Carroza nell'ambito dell'inchiesta basata sulle accuse di Manuel Araya, autista del poeta secondo il quale il grande poeta fu ucciso con un'iniezione letale durante il ricovero nell'ospedale di Santiago, e su richiesta dei nipoti di Neruda. L'ipotesi è stata per il momento smentita dal referto sugli esami radiologici e istologici effettuati sulla salma nei quali si evidenzia, come era noto già all'epoca, lo stato molto avanzato del suo tumore alla prostata. Per una prova definitiva si attende l'esito delle analisi tossicologiche ancora in corso presso i laboratori dell'Università della North Carolina, negli Stati Uniti.
I sostenitori della tesi dell'assassinio, basandosi sulle testimonianze dell'epoca, affermano che Neruda non era in fin di vita, nonostante fosse gravemente malato, e che Pinochet avrebbe ordinato ad un sicario, un agente segreto della CIA collegato anche ad ambienti del neofascismoMichael Townley, di accelerarne la morte con una non ben definita "iniezione allo stomaco" (secondo le parole di Neruda stesso all'autista, che raccontò che un medico era entrato e gli aveva praticato l'iniezione; il giorno dopo le sue condizioni peggiorarono improvvisamente e morì, prima della partenza per il nuovo esilio), per evitare che diventasse un leader dell'opposizione all'estero. Il giudice Carroza ha ordinato, sempre nel 2013, di rintracciare ed identificare il presunto killer di Neruda, che però vive con un falso nome negli USA, sotto il programma di protezione testimoni dell'FBI in una località segreta.[13]
Tomba di Neruda e della terza moglie Matilda Urrutia alla Isla Negra
Anche la moglie riferì dell'allarme di Neruda per la misteriosa iniezione: mentre Matilde Urrutia era in viaggio con Araya verso la Isla Negra per recuperare le ultime cose prima di partire per il Messico, verso le ore 16 ricevettero una telefonata di Neruda dall'ospedale. Il poeta chiese di tornare indietro perché era molto preoccupato, poiché «mentre dormiva nella sua camera della clinica alcune persone erano entrate e gli avevano iniettato qualcosa nell’addome». Disse che "si sentiva male", secondo le parole riportate da Araya. Quando l’autista e la moglie arrivarono a Santiago, trovarono il poeta, che prima era indebolito ma comunque in discrete condizioni, con un'improvvisa febbre. Neruda mostrava segni di arrossamento dove gli era stata praticata l'iniezione ma il dottor Sergio Drapper affermò che erano calmanti e antidolorifici. Drapper sostenne poi che l'iniezione fu praticata da un certo dottor Price; ne fornì un identikit, coincidente con l'aspetto fisico di Michael Townley, che egli non aveva mai conosciuto sotto questo nome.[14][15]
Anche l'infermiera di Neruda, citando voci di corridoio della clinica, sostiene la tesi dell'omicidio.[16] Uscito, alle ore 19, per andare a comprare un medicinale in una farmacia periferica (dove il medico aveva indirizzato Araya), la macchina fu intercettata dai militari che lo fermano, trattenendolo per un controllo e poche ore dopo (alle 22 circa) Neruda fu dichiarato morto dai medici della clinica.[17] La moglie di Neruda rimase nella clinica ma Araya fu arrestato e torturato per dieci giorni nel campo di concentramento dell'Estadio Nacional de Chile[18]; ritenendo di non essere creduto, decide di parlare solo dopo la clamorosa scoperta dell'omicidio di Eduardo Frei Montalva (1982), avvenuta nel 2005.[18]
Come causa di morte del poeta vennero indicate tre motivazioni, in altrettanti copie del certificato: tumoreinsufficienza cardiaca (come conseguenza della malattia), cachessia(senza nominare il tumore)[19], mentre le cartelle cliniche della struttura dove morì e dell'Ospedale Tedesco, dove effettuava altre cure, risultarono sparite, come i registri dei medici di turno nei giorni prossimi alla sua morte.[16]
Nel novembre 2013 il direttore del servizio medico legale cileno, Patricio Bustos, ha fatto analizzare la salma di Neruda concludendo che il poeta è morto a causa di un tumore alla prostata, il cui decorso fu forse accelerato dallo stress emozionale dei giorni del golpe.[20]
Nessuna sostanza velenosa è stata rintracciata nel corpo, se non tracce dei medicinali e degli antidolorofici assunti per contrastare il cancro, mentre nelle ossa erano presenti molte metastasi. Gli avvocati del nipote del poeta contestano le diverse cause di decesso riportate in tre copie del certificato di morte, e affermano che non tutte le sostanze e i metodi, come il gas sarin (che Townley affermò essere stato usato in alcuni omicidi politici fatti passare per suicidi o morti naturali) o alcune tossine come quella botulinica; secondo Townley tossine usate per uccidere l'ex Presidente cileno Eduardo Frei Montalva, nel cui corpo furono trovati residui di tallio e gas mostarda[21]; quest'ultimo gas, noto anche come iprite, è un agente vescicante e ustionante per contatto, usato come arma chimica e che accelera il diffondersi di infezioni, danneggiando anche il sistema immunitario per leucopenia; difficili da rilevare sono anche il polonio-210[22], iniezioni di aria che causano emboliaoverdose di morfina. Alcuni non lasciano tracce dopo così tanto tempo e talvolta possono essere mascherati da farmaci.[23][24][25][26]
Sia i nipoti che il Partito Comunista Cileno, nel gennaio 2015, hanno ottenuto un supplemento di inchiesta e la riapertura dell'indagine, con nuovi esami scientifici sui reperti biologici prelevati dalla salma nel 2013, onde ricercare specifiche sostanze chimiche o metalli pesanti, letali in breve tempo in un organismo debilitato.[27]
Nel maggio 2015 un team spagnolo ha annunciato il ritrovamento di proteine anomale nelle ossa di Neruda, alcune legate al cancro e altre a un'infezione improvvisa daStaphylococcus aureus; anche se tali infezioni sono fortemente possibili in ospedale e in pazienti gravemente malati, un'esplosione batterica così veloce dopo il ricovero e la suddetta iniezione, tale da portare Neruda alla morte in poche ore, potrebbe far sospettare un intervento esterno per favorire l'infezione, come la detta iprite le cui tracce scompaiono dopo pochi anni. I medici spagnoli conclusero dicendo che ciò potrebbe essere verosimile, anche se non può essere né dimostrato né escluso. L'indagine è stata così archiviata.[28]

Gli ultimi anni

Nel 1970, Neruda fu indicato come uno dei candidati alla carica di Presidente della Repubblica cilena, e scelto poi come candidato ufficiale del PCC, ma si ritirò dalla competizione elettorale appoggiando nuovamente Allende e aiutandolo a divenire il primo presidente socialistademocraticamente eletto in Cile e in America Latina. Per circa due anni e mezzo (1970-1972) riprese allora la carriera diplomatica presso la sede di Parigi, nominato da Allende ambasciatore del Cile[6], carica che segnò il culmine della sua attività politica ma che dovette però lasciare presto per motivi di salute, in particolare per il tumore alla prostata di cui soffriva.[2][6]
Il 21 ottobre 1971, ottenne, terzo scrittore dell'America Latina dopo Gabriela Mistral nel 1945 e Miguel Ángel Asturias nel 1967, il Premio Nobel per la letteratura. Al suo primo ritorno in patria, l'anno successivo, venne trionfalmente accolto in una manifestazione presso lo stadio di Santiago. Di questi anni sono anche le sue ultime pubblicazioni in vita,La espada encendida e Las piedras del cielo, edite durante il soggiorno parigino.[6]
Prima di morire assistette al disfacimento del governo democratico cileno e al colpo di Stato del generale Augusto Pinochet dell'11 settembre nonché alla morte del presidente Allende, suo amico personale, suicida durante l'assalto al palazzo della Moneda. Insediatasi la dittatura, i militari cominciarono a vessarlo con le perquisizioni ordinate dal generale golpista; durante una di queste, Neruda avrebbe detto ai militari «Guardatevi in giro, c'è una sola forma di pericolo per voi qui: la poesia».[9]
Mentre attendeva di poter espatriare in Messico, il poeta si aggravò e venne ricoverato in una clinica di Santiago il 19 settembre. Morì il 23 settembre 1973, ufficialmente per ilcancro alla prostata, ma forse, secondo la recente testimonianza del suo autista e guardia del corpo, assassinato per volontà di Pinochet nella clinica Santa Maria a Santiago (la stessa nella quale, il 22 gennaio 1982, fu assassinato il democristiano Eduardo Frei Montalva) mediante una misteriosa iniezione.[10]
La Chascona
Neruda terminò l'ultima poesia forse il giorno prima della morte; intitolata I satrapi, è un attacco diretto, rabbioso e senza mezzi termini contro Pinochet, Richard Nixon (già preso di mira come "malvagio... genocida della Casa Bianca" nel poema Incitamento al nixonicidio) e altri politici come Frei Montalva e il dittatore uruguaiano Juan María Bordaberry:
« Nixon, Frei e Pinochet / fino a oggi, fino a questo amaro / mese di settembre / dell’anno 1973,
con Bordaberry, Garrastuzu e Banzer, / iene voraci (...)
satrapi mille volte venduti / e traditori, eccitati / dai lupi di New York,
macchine affamate di sofferenze, macchiate dal sacrificio / dai loro popoli martirizzati,
mercanti prostitute / del pane e dell’aria d’America / fogne, boia, branco / di cacicchi di lupanare,
senza altra legge che la tortura / e la fame frustrata del popolo.[11] »
Il suo funerale fu uno dei primissimi momenti di opposizione alla dittatura, poiché avvenne nonostante la presenza ostile e intimidatoria dei militari a mitra spianato che guardavano a vista i partecipanti, come testimonia un filmato clandestino girato all'epoca. Molti dei partecipanti inneggiarono ad Allende, ma i soldati non osarono intervenire; comunque, parecchi tra i presenti finirono poi desaparecidos o furono arrestati in seguito.[6] Fu, inoltre, un gesto di solidarietà e di ribellione contro l'ultimo sfregio nei confronti di Neruda, compiuto mentre giaceva nel letto d'ospedale: la devastazione, sempre per ordine di Pinochet, delle sue proprietà. La morte e le esequie di Neruda, chiamato nel libro "il Poeta", sono ricordate da Isabel Allende nell'ultima parte del romanzo La casa degli spiriti. L'autrice era difatti presente alla cerimonia.[12]
Il feretro di Neruda, esposto alla Chascona prima dei funerali.
L'ultima moglie pubblicò postuma l'autobiografia su cui Neruda aveva lavorato sino al giorno prima di morire, suscitando il risentimento di Pinochet per le dure critiche contro la brutalità della dittatura. Anche di Matilde Urrutia venne pubblicata, nel 1986, un'autobiografia sul periodo trascorso con Neruda, dal titolo Mi vida junto a Pablo Neruda; in Cile, le opere di Neruda vennero riabilitate e rimesse in commercio nel 1990, dopo la caduta della dittatura. Le tre abitazioni possedute da Neruda in Cile, La Chascona a Santiago, La Sebastiana a Valparaiso, e la Casa de Isla Negra a El Quisco sono oggi musei, gestiti dalla Fondazione Neruda. Nel 1992, le salme di Neruda e della moglie furono esumate dal cimitero di Santiago e sepolte nel giardino della Isla Negra.
« Ma perché chiedo silenzio / non crediate che io muoia:
mi accade tutto il contrario: / accade che sto per vivere. »
(Chiedo silenzio)

il ritorno in patria

Nel 1952, il governo del dittatore Videla era ormai al termine, colpito anche da numerosi scandali per corruzione, e il Partito Socialistapresentò la candidatura a nuovo presidente di Salvador Allende, richiedendo contemporaneamente la presenza in patria del suo letterato più illustre al fine di avallarne al meglio l'investitura. Neruda tornò in Cile in agosto, ritrovando provvisoriamente la moglie Delia del Carril, ma il matrimonio era ormai destinato al naufragio grazie anche alla nuova relazione iniziata in Messico. Ottenuto il divorzio, sposò quindi la terza e ultima moglie, Matilda Urrutia.[6]

Neruda nel 1956
Di conseguenza, nel 1955, Delia lo lasciò per fare ritorno in Europa. Tuttavia, l'abbandono di Delia non determinò per Neruda quello dell'impegno comunista: il poeta proseguì nella sua attività politica, prendendo ad esempio posizione contro gli Stati Uniti durante la crisi dei missili di Cuba (Neruda aveva sostenuto la rivoluzione cubana di Fidel Castro) e la guerra del Vietnam. Ciò gli attirò gli strali delle parti più conservatrici degli USA, e l'Associazione per la libertà della cultura, organizzazione dietro la quale in realtà si celava la CIA, cercò di minare in ogni modo la sua credibilità e la sua reputazione, citandone ad esempio le posizioni in merito al tentato assassinio di Trotsky del 1940.[6]
Questa campagna fu frenata solo nel 1964, quando fu ventilata l'ipotesi di insignire Neruda del Premio Nobel e l'unica candidatura alternativa era quella di Jean-Paul Sartre, personaggio ancora più inviso ai conservatori statunitensi (poi effettivamente premiato, anche se rifiutò di ritirare il Premio). Nel 1966 Neruda fu invitato a New York per una conferenza internazionale dell'associazione degli scrittori, ma Arthur Miller, organizzatore dell'evento, incontrò molte difficoltà e dovette fare notevoli pressioni sull'amministrazione Johnson sia per riuscire a fargli ottenere un visto, sia per la presenza di tanti altri letterati provenienti da oltre la cortina di ferro.[6]
Proprio per questi motivi, lo scrittore messicano Carlos Fuentes indicò successivamente il convegno come uno dei primi passi verso la fine della Guerra Fredda. A lavori conclusi, Neruda effettuò per la Biblioteca del Congresso di Washington D.C. registrazioni audio di alcune delle sue composizioni. Durante il viaggio di ritorno in patria, Neruda fece una sosta in Perù, dove fu accolto con tutti gli onori dal presidente Fernando Belaúnde Terry, ma la visita fu mal vista da Cuba: in quegli anni i rapporti tra Perù e Cuba erano alquanto tesi a causa delle differenze politiche e Neruda fu accusato dagli intellettuali cubani di essere un revisionista al soldo degli Yankees e non poté recarsi sull'isola caraibica sino al 1968.[6]

La Casa de Isla Negra
Di ciò Neruda fu molto dispiaciuto tanto che nell'autobiografia Confesso che ho vissuto criticò l'atteggiamento degli intellettuali cubani, definendolo «bigotto» ed un «colpo alla schiena». Nel 1967, alla morte di Ernesto Che Guevara in Bolivia, Neruda scrisse molti articoli sulla perdita del "grande eroe della rivoluzione", dalla cui stima era del resto ricambiato, come testimonia la composizione, da parte di Guevara, di un piccolo saggio elogiativo sul libro di Neruda Canto General.[6]

L'esilio

La reazione di Videla fu l'emanazione di un ordine d'arresto contro Neruda, per sottrarsi al quale il poeta si vide costretto ad intraprendere un duro periodo - 13 mesi - di fuga, nascosto da amici e compagni. Inoltre, Videla promulgò anche la così detta "Ley de Defensa Permenente de la Democracia" (dai detrattori soprannominata invece "Ley maldita"), in base alla quale il Partito Comunista del Cile venne dichiarato fuorilegge e oltre 26.000 iscritti vennero cancellati dalle liste elettorali, e i rappresentanti eletti, tra cui Neruda, vennero fatti decadere dalle cariche.[6] Nel marzo 1949 riuscì a rifugiarsi in Argentina, sotto il governo di Juan Domingo Perón, dopo un'avventurosa attraversata delle Ande, di cui raccontò nel discorso della cerimonia di consegna del Nobel.[2]
Durante l'esilio argentino durato tre anni, conobbe a Buenos Aires Miguel Ángel Asturias, che ricopriva la carica di addetto culturale per ilGuatemala e che riuscì a procurargli un passaporto grazie al quale poté abbandonare l'Argentina. Anche grazie all'aiuto di Pablo Picasso, Neruda riuscì ad arrivare a Parigi, compiendo un'apparizione a sorpresa al "Congresso Mondiale dei Partigiani della Pace", clamorosa in quanto, nel frattempo il governo cileno aveva continuato a negare che Neruda avesse lasciato il territorio natio. Furono, quelli dell'esilio, anche anni di numerosi viaggi: in EuropaIndiaCinaURSS e Messico.[2]
Proprio in Messico, Neruda fu colpito da un serio attacco di flebite, strascico delle lunghe costrizioni in luoghi molto angusti cui l'aveva obbligato la latitanza; durante il periodo di cure, conobbe Matilde Urrutia, una cantante cilena, con cui iniziò una relazione e che anni dopo sposò. Durante il periodo messicano pubblicò il Canto General, iniziato anni prima in Cile. Una versione più breve del manoscritto era stata pubblicata già alcuni mesi prima, in Cile, sulla base dei testi lì lasciati, a cura del Partito Comunista (clandestino per via della citata "Ley de defensa").[2]
Nel 1952, Neruda visse per un periodo in una villa messagli a disposizione da Edwin Cerio a Capri; tale permanenza venne in seguito rappresentata da Massimo Troisi nel film Il postino (1994, con Philippe Noiret nelle vesti del poeta cileno, e diretto dal regista Michael Radford; la sceneggiatura fu liberamente tratta dal romanzo Il postino di Neruda diAntonio Skarmeta). Dopo il soggiorno a Capri, Neruda si spostò a Sant'Angelo d'Ischia, dove rimase dal gennaio alla fine di giugno del 1952.

La politica in Cile

Il 4 marzo 1945 ottenne la sua prima nomina ufficiale come senatore indipendente, in seno al Partito comunista delle province nordorientali del Cile di Antofagasta e Tarapacá, situate nell'inospitale deserto di Atacama, e pochi mesi dopo prese la tessera del Partito Comunista del Cile. L'anno seguente, il candidato ufficiale del Partito Radicale per le elezioni presidenziali, Gabriel González Videla, gli chiese di assumere la direzione della sua campagna elettorale: a questo incarico il poeta si dedicò con fervore, contribuendo alla sua nomina a presidente, ma rimanendo deluso per l'inaspettato voltafaccia di Videla nei confronti proprio del Partito comunista subito dopo le elezioni.[2]
Il punto di non ritorno nel rapporto tra il poeta e il politico fu la violenta repressione con cui quest'ultimo colpì i minatori in sciopero nella regione di Bío-Bío, a Lota, dell'ottobre1947: i manifestanti vennero imprigionati in carceri militari e in campi di concentramento nei pressi della città di Pisagua. La disapprovazione di Neruda culminò nel drammatico discorso del 6 gennaio 1948 davanti al senato cileno, chiamato in seguito "Yo acuso", in cui lesse all'assemblea l'elenco dei minatori tenuti prigionieri. Il governo Videla si era rapidamente trasformato in un governo autoritario, da cui Neruda prese completamente le distanze

Il comunismo

L'abbraccio delle idee comuniste e di solidarietà civile trovò ulteriore humus per Neruda anche nella repulsione che provava nei confronti dei soprusi compiuti dai fascisti diFrancisco Franco durante gli anni della guerra civile spagnola. La sua "svolta a sinistra" fu ancora più decisa dopo la barbara uccisione, da parte delle forze del generale Franco, di Federico García Lorca, di cui era divenuto amico: l'appoggio di Neruda al fronte repubblicano, che si opponeva all'allora nascente dittatura franchista, fu totale, sia nei discorsi che negli scritti, come, ad esempio, la raccolta di poesie España en el corazón.[2]
Neruda in un francobollo della DDRdel 1974
In seguito all'elezione a presidente del Cile di Pedro Aguirre Cerda nel 1938, di cui Neruda era stato sostenitore, il poeta ricevette l'incarico di far evacuare dai campi francesi i 2.000 esiliati spagnoli, per i quali organizzò un trasferimento via mare in Cile utilizzando la nave Winnipeg. In questa occasione gli venne rimproverato di aver privilegiato gli sfollati di fede comunista a scapito degli altri, anche se sembra che la scelta sulle persone da imbarcare fosse stata fatta principalmente dal presidente della repubblica spagnola in esilio, Juan Negrín.[6]
L'inconsistenza di queste rimostranze è poi ulteriormente dimostrata dal grande affetto con cui, ancora oggi, è largamente ricordato in Francia. Tra il 1940 e il 1943 gli venne assegnato l'incarico di console generale a Città del Messico e fu in questi anni che divorziò dalla prima moglie, si sposò con Delia del Carril e apprese della morte della figlia, a soli 8 anni, nei territori occupati dei Paesi Bassi.[6] Neruda aiutò poi il pittore messicano David Alfaro Siqueiros, accusato di essere uno dei cospiratori coinvolti nel tentativo di omicidio di Lev Trotskynel 1940 (Trotsky sarà assassinato poco dopo, in un secondo tentativo, da Ramón Mercader, un agente segreto spagnolo che lavorava per l'URSS), facendogli ottenere un visto di ingresso per il Cile e dandogli ospitalità. Neruda rivelò che lo fece su richiesta informale del nuovo Presidente messicano Manuel Ávila Camacho.[7]
Siqueiros dipinse in quel periodo un murale nella scuola di Chillán. Nel 1943, durante il viaggio di ritorno a casa, Neruda si fermò in Perù, visitò Machu Picchu, e rimase molto colpito dalla città degli Inca, che gli ispirò, nel 1945, la scrittura di Alturas de Macchu Picchu, un poema in dodici parti sulla colonizzazione spagnola. Lo stesso argomento ispirò anche Canto General (in cui fu incluso anche Alturas), pubblicato in seguito,nel 1950, che contiene fortissimi accenti polemici contro il cosiddetto imperialismo statunitense (di cui, tra l'altro, denunciò gli abusi di multinazionali come la Coca-Cola, la United Fruit Company e la Anaconda Copper, nominate esplicitamente nel testo). Il testo descrive inoltrestoriageografiamitologiaculturaflora e fauna del Sudamerica.
Negli anni successivi, espresse la sua ammirazione per l'Unione Sovietica - anche per il ruolo decisivo svolto nella definitiva sconfitta della Germania nazista - e per Stalin, a cui nel 1953 dedicò una composizione, in occasione della morte. Le rivelazioni successive sul culto della personalità coltivato dal leader sovietico e sulle purghe staliniste (a partire dal celebre discorso di Nikita Khruščёv, successore di Stalin, durante il XX congresso del partito comunista sovietico di Mosca del febbraio 1956) spinsero Neruda a cambiare opinione, facendo autocritica e rinnegando l'ammirazione espressa in precedenza: nelle sue memorie manifestò il suo rammarico per aver contribuito alla creazione di un'immagine non reale di Stalin.[6]
Questo errore di valutazione lo portò a guardare con occhio diverso anche il comunismo cinese, che conobbe durante un viaggio nel 1957, temendo la ripetizione degli stessi errori - cioè la venerazione di una "divinità socialista" - anche nei confronti di Mao Tse-Tung[8]. Nonostante le disillusioni, Neruda rimase comunque sempre fedele alle sue convinzioni comuniste e fu criticato da molti detrattori che lo accusarono di non aver mai preso posizione a favore degli intellettuali dissidenti Boris Pasternak e Joseph Brodsky.[6][8]